Hai mai sentito parlare di quelle strane persone che fanno cose stranissime riuscendo a stipare in un solo semplice barattolo tutta la loro spazzatura prodotta in mesi o addirittura anni? Bene… sono coloro che seguono uno stile di vita a zero sprechi e sono davvero le persone più strane del mondo. E io vorrei diventare una di loro!
Zero waste è una cultura, è un modo di essere. Si tratta di uno stile di vita che cerca di inquinare meno attraverso piccoli gesti quotidiani che tutti possono fare per contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, producendo meno sprechi e meno spazzatura.
Questo concetto di primo acchito fa un po’ paura perché sembra che si tratti di qualcosa di irraggiungibile. Infatti “zero waste” significa letteralmente “zero sprechi” ed è effettivamente impossibile vivere senza creare alcuno spreco. Possiamo però porci degli obiettivi facilmente raggiungibili, che possono fare la differenza.
Lo smaltimento dei rifiuti è un grande problema nel nostro mondo moderno di consumismo sfrenato. Il pensiero comune è che il riciclaggio dei rifiuti sia la soluzione. Ma così non è. Riciclare infatti richiede dispendio di energia e causa nuovo inquinamento. Non va dimenticato che, per esempio, non tutti gli scarti di plastica possono essere riciclati e che i pochi che lo saranno, non potranno essere ri-trasformati una seconda volta, finendo quindi in una discarica o in un inceneritore, dove la risorsa di partenza andrà persa per sempre.
La soluzione è riciclare meno evitando in primo luogo di far entrare nelle nostre case possibili rifiuti. Riciclare deve essere l’ultima possibilità.
Ricordiamoci anche che quello che buttiamo nella spazzatura sarà ben presto fuori dal nostro controllo. Sempre più spesso, nel sud Italia così come al nord, lo smaltimento dei rifiuti è nelle mani della mafia o di gente che magari non fa parte di organizzazioni criminali, ma che si serve comunque degli stessi metodi per guadagnarci illegalmente.
Quindi ridurre i propri rifiuti è oggi un modo per contribuire a combattere quella criminalità che distrugge la nostra terra, la nostra aria e il nostro Paese.
Per raggiungere questo obiettivo è necessario modificare le proprie abitudini, un piccolo passo alla volta.
- La prima cosa da fare è osservare la spazzatura che produciamo, per capire quali sono le principali fonti di spreco quotidiano. Solo conoscendo il problema si può risolvere ed eliminare.
- Rifiutare di acquistare cose di cui non abbiamo bisogno, in particolare tutto ciò che è monouso. Per la nostra società sembra impossibile, ma si viveva senza l’usa e getta fino a non così tanti decenni fa. Esistono diverse alternative che aspettano solo di essere riscoperte!
- Concentrarsi su ciò che è strettamente necessario. Questo è molto difficile per chi colleziona oggetti, per chi ne è legato a livello sentimentale o per chi è un creativo, come me. Però circondandoci di poche cose, avremo più cura di ciò che abbiamo perché ne riconosceremo il valore. Nel momento in cui si romperanno, cercheremo di aggiustarle, invece di gettarle via per comprarne di nuove.
- Eliminare o almeno ridurre il consumo di cibo confezionato. La migliore alternativa è scegliere di fare i propri acquisti al mercato o in quei “negozi alla spina” in cui è possibile comprare merci sfuse, portandosi da casa i propri contenitori o borse di stoffa.
- Comprare cose di seconda mano o barattare oggetti e vestiti invece di comprarne sempre nuovi che andranno ad accumularsi un giorno nel ciclo infinito dello spreco. Personalmente sono sempre felicissima quando le amiche mi passano i loro vestiti che non usano più. Mi piace modificarli e adattarli alla mia taglia e al mio stile. Sono capi con una storia e, quando li indosso, non posso fare a meno di rivolgere un pensiero affettuoso alla persona da cui li ho ricevuti.
- Iniziare ad auto-prodursi i propri prodotti. Dal cibo che mangiamo, ai cosmetici, fino a ciò che usiamo per la pulizia della casa, è importante poter avere il controllo sulle sostanze che immettiamo nel nostro corpo e con cui veniamo in contatto. Un vantaggio dell’autoproduzione è la scelta degli ingredienti: si possono per esempio preferire materie prime naturali al posto di quelle chimiche, potenzialmente tossiche.
- Riutilizzare e riadattare qualsiasi cosa, trasformandola in modo creativo e dandole nuova vita. Questa è la parte che preferisco, divertente e fantasiosa!
- Per finire, compostare tutti gli scarti vegetali che possono tornare alla nostra terra e diventare concime.
Potrà sembrare complicato, ma i benefici di questo stile di vita superano ampiamente gli svantaggi. Il primo giovamento immediato riguarda l’aspetto economico: risparmierai! Inoltre mangerai meglio, migliorerai le tue doti culinarie, di conseguenza ti sentirai meglio e sarai più felice, sapendo che le tue azioni sono conformi ai tuoi valori e che stai facendo qualcosa per non inquinare il pianeta in maniera incosciente.
Questi cambiamenti non possono avvenire da un giorno all’altro, ci potrebbero volere mesi o anche anni prima di diventare “una persona a zero sprechi”. È già fantastico voler iniziare con qualche modifica alle proprie abitudini!
Nel corso del tempo ti accorgerai che questi cambiamenti, sommati, faranno una grande differenza.
Ognuno affronta il suo percorso “zero waste” in modo diverso, perciò è meglio non paragonare i propri risultati a quelli di altri. Prendi ispirazione, comunica e confrontati con altre persone in caso di incertezze, per supportarle ed essere supportato.
Quindi, per favore, incoraggia anche me!! Sono davvero affascinata da questo modo di vivere, ma mi trovo ancora molto lontana dall’essere “a zero sprechi”. Desidero sentirmi meglio con me stessa, impegnandomi a rispettare la nostra meravigliosa natura il più possibile. Sarai al mio fianco?
Per ora facciamo del nostro meglio. Condividiamo esperienze, ascoltiamoci a vicenda ed apriamoci verso altri punti di vista.
Consumiamo meno e viviamo di più!