INQUINAMENTO,  RIFIUTI,  SU DI ME,  VIAGGI,  VITA IN CITTÀ

La città che ha cambiato il mio modo di vedere il mondo

Avevo già iniziato a scrivere della mia esperienza da italiana, sottolineo campagnola, a Londra nel mio post precedente. Oggi racconterò cosa è stato a far scattare in me qualcosa che ha cambiato il mio punto di vista riguardo “la vita, l’universo e tutto quanto”.

In due anni non sono stata capace di abituarmi alla vita in una metropoli, con il conseguente inquinamento, traffico, rumore perenne.

Per tutta la mia vita ho vissuto divisa tra due paesi di campagna:

Come potevo abituarmi alla grande metropoli?

Londra è una città bellissima che offre importanti opportunità lavorative e che dà la possibilità di vivere l’arte e la cultura gratuitamente, grazie ai suoi musei enormi e gallerie spettacolari, in gran parte gratis!
Ma non tutto è semplice.

Da lombarda, sono abituata a fare la raccolta differenziata da sempre, non sono capace di buttare umido, carta, plastica, latta, vetro, secco tutto insieme. Per cui la prima cosa che cercai di capire una volta emigrata è stata l’organizzazione dei rifiuti. Il palazzo in cui stavamo non aveva un suo cassonetto, quindi tutti lasciavano la spazzatura sul marciapiede, compresi elettrodomestici, mobili e materassi. In pratica uscivo da casa ed entravo in una discarica.

Il nostro ingresso di casa londinese + rifiuti dei vicini + marito perplesso.

Dopo qualche giro di perlustrazione nel quartiere, finalmente scovai ad alcune vie di distanza i cassonetti della raccolta differenziata, ma la mia gioia si spense immediatamente: aprendoli, non c’era nessuna divisione dei rifiuti, tutto era mescolato.

La stessa situazione si è presentata per due anni di fila, trovando a volte lì in mezzo anche rifiuti considerati “a smaltimento speciale”. La prova che il mio impegno nella differenziata era tutto inutile l’ho avuta un giorno in cui, arrivando ai cassonetti con i miei sacchetti separati, incontrai lo spazzino che me li prese e li svuotò tutti insieme in un solo cassonetto. Che tristezza.

L’arrivo dell’inverno ha rivelato ai miei occhi un altro spiacevole aspetto. In giro per Londra, più cadono le foglie e più crescono i sacchetti di plastica sugli alberi. Forse non ci avevo mai fatto caso prima o forse sono fortunata per essere cresciuta in paesi abbastanza puliti, ma non avevo mai visto così tanta plastica sugli alberi e, cosa ancora più triste, nei nidi degli uccellini.

Non che a terra la situazione fosse migliore…
Un giorno, esasperata dal numero di cartacce, gomme da masticare e bottigliette per strada, ho anche girato un video con il cellulare, mentre tornavo a casa. Se sei curiosa/o, puoi vederlo qui:

Perché così tanta spazzatura per le strade?
Da quello che ho notato, due sono le motivazioni principali:

  • i londinesi sono abituati ad una vita abbastanza frenetica, a cucinare poco e a mangiare fuori, spesso nei fast food, o comprando sandwich, panini e cibi già pronti e preconfezionati nei supermercati, consumandoli per strada.
  • In giro per la città ci sono pochi cestini. Questo accade perché Londra, già dagli anni ’70 con l’IRA (Irish Republican Army), fino ai giorni nostri con l’estremismo islamico, è stata teatro di sanguinosi attentati e molti di questi sono avvenuti con bombe posizionate appunto in cestini della spazzatura in luoghi pubblici. Dunque sono stati ridotti al minimo e spesso, nelle stazioni della metropolitana e nei luoghi più frequentati, non se ne trovano.

Quindi cosa succede? La gente trova naturale gettare cartacce, bottigliette e quant’altro per terra, sui muretti, dove capita.

Per trovare una soluzione, perché non provare a ridurre la quantità di rifiuti che si producono tutti i giorni? Anche riguardo a questo, non ci avevo mai pensato prima. Serviva che attraversassi la Manica e mi ritrovassi a dover fare slalom tra la sporcizia sulla strada per diventare consapevole che siamo tutti abituati a sprecare troppo e a impiegare in modo sconsiderato l’usa e getta.

Mi sono messa d’impegno, cercando mercati, negozi e supermercati della mia zona che usassero meno imballaggi e devo dire che è stata un’ardua ricerca. Se non si prova a ragionare prima di fare la spesa scegliendo con consapevolezza, in particolare in supermercati inglesi come Tesco e Sainsbury’s, l’amaro risultato è lo stesso di quando mio marito è rimasto da solo per due settimane e al mio ritorno non aveva nemmeno buttato la spazzatura:

Tremendo!! Plastica ovunque!

Cosa potevo fare? Feci un respiro profondo e… altro problema: l’aria!

È risaputo che la Pianura Padana, in cui sono cresciuta, ha l’aria irrespirabile a causa della cappa di smog che rimane intrappolata dalle Alpi che non permettono un ricambio sufficiente. Nonostante ciò, non ero abituata a sentirmi sparati in faccia chissà quanti quintali di smog ogni volta che mettevo piede fuori dalla porta di casa.

Non ho viaggiato tanto nella mia vita, ma ci sono due tipi opposti di aria che ho impressi nella mia mente: la leggerezza di quella svedese, con il profumo di foglie ed alberi dei boschi attorno ad Uppsala e, dall’altra parte, la tremenda puzza pungente di quella londinese, che mi provocava mal di testa e nausea continui.

Nei giorni privi di vento, il sindaco di Londra, Sadiq Khan, che ha a cuore il problema dell’inquinamento dell’aria della sua città, lanciava sui social network degli avvisi di allarme-aria-tossica, seguiti dalla raccomandazione di evitare di uscire di casa e non rimanere all’esterno. Ma come si fa? Uno spirito campagnolo rinchiuso dentro quattro mura, che può respirare solo l’aria polverosa che esce dalla ventola del bagno… provate ad immaginare quanta depressione in quei giorni.

Mi sono procurata una mascherina anti-smog per salvaguardare i miei polmoni, ma è questa la soluzione? NO!

Se sei giunta/o fino a questo punto del post ti ringrazio e prometto che i prossimi saranno incentrati su possibili soluzioni alternative da adottare per fare qualcosa nel nostro piccolo per vivere bene inquinando meno!

Ho voluto raccontare la mia esperienza che ha cambiato il modo in cui vedevo il mondo, che mi ha aperto gli occhi su problemi evidenti e pericolosi per la salute di tutti noi.
Oggi più che mai ci ritroviamo ad affrontare il tema della salvaguardia dell’ambiente, minacciati dai cambiamenti climatici e dalla plastica che è arrivata ad inquinare anche i più profondi fondali oceanici della nostra Terra.

Spero che questo mio racconto sia servito per convincerti che bisogna iniziare a fare qualcosa, partendo dalle nostre abitudini, un piccolo passo alla volta. Da soli non si arriva da nessuna parte, insieme possiamo darci consigli, opinioni, sostegno.

Anche tu hai vissuto un’esperienza simile alla mia? Cosa ne pensi a riguardo? Fammi sapere il tuo punto di vista! Ogni opinione è preziosa!

P.s. Londra è una città meravigliosa che vale la pena di visitare e anche vivere. Ha parchi giganteschi e bellissimi che possiamo solo invidiarle. Consiglio a tutti di andarci, ma ricordatevi di fare i bravi turisti e/o migranti, impegnandovi a non contribuire (troppo) al suo inquinamento!

[Posti incredibili da visitare a Londra: The British Museum, Greenwich, Guildhall, Regent’s Park and Primrose Hill, St James’ Park, Victoria and Albert Museum, Sky Garden, Queen’s House, Little Venice, River Thames Path, Southbank Centre, Tower Bridge, Fulham Palace, Hyde Park, Somerset House, Imperial War Museum, Buckingham Palace, Regent’s Canal, The City, St Dunstan-in-the-East, St Paul Cathedral e tanti altri!]

 

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